No alla restituzione dell'una tantum per i precari

Oggi, martedì 7 ottobre, si è tenuta presso la Camera dei Deputati una conferenza stampa in cui FLC e NIdiL CGIL hanno chiesto la cancellazione del procedimento che prevede la restituzione all'INPS delle indennità di disoccupazione “una tantum” per collaboratori “erroneamente” erogate a co.co.co. della scuola e dottori e assegnisti di ricerca dell'università  (mediamente circa 4.000 euro).

L’una tantum, infatti, esclude inspiegabilmente i collaboratori del pubblico impiego ma a causa di una norma confusa e di dubbia interpretazione alcune sedi INPS negli anni passati hanno erogato il beneficio anche a tali lavoratori.

A seguito delle azioni delle sigle sindacali e delle interrogazioni parlamentari che ne sono scaturite, l'INPS ha deciso di congelare il procedimento in attesa di una ridefinzione della normativa in materia. 

"Si tratta di un'importante iniziativa - commenta Giuseppe Montalbano (ADI), rappresentante dei dottorandi in CUN e CNSU - che abbiamo seguito e appoggiato. Riteniamo ingiustificabile la richiesta di restituzione dell'una tantum, che già di per sé è un supporto inadeguato per le fasce più deboli del mondo della formazione pubblica. Accogliamo con grande favore la proposta da parte di FLC e NIdiL di un intervento normativo che estenda gli ammortizzatori sociali a tutti i precari della conoscenza".