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Ministro Manfredi, dove sei?

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Ci sono parti sociali, che rappresentano a livello nazionale studenti, dottorandi e ricercatori precari, che il Ministro dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi non ha ancora incontrato (neanche in forma telematica) dal suo insediamento, così come non è intervenuto al CNSU. Chiediamo, ancora una volta, un incontro.

La tutela del diritto di raccontare: verso il recepimento della direttiva UE sul whistleblowing

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Nel 2019 l’Unione europea ha emanato una  direttiva che estende le norme sul whistleblowing anche a chi svolge un lavoro precario. Affinché essa venga recepita dal Governo italiano, in modo da assicurare alle moltissime figure precarie della ricerca, la tutela da fenomeni di mobbing, corruzione e sopraffazione, abbiamo inviato una lettera alla Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato e al relatore della legge di delegazione europea 2019.

 

Un Governo sordo che "proroga" politiche sbagliate

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed il Ministro dell'Università Gaetano Manfredi hanno annunciato un piano straordinario per l'assunzione di 1.600 ricercatori, ma ad una settimana dalla chiusura della discussione sul decreto Milleproroghe restano a referto solo generiche dichiarazioni. Chiediamo ai membri della Commissione Bilancio della Camera di farsi carico delle nostre ragioni.

Nuovo Ministro, nuovo Ministero, ma il Miliardo di euro per l’Università dov’è? Tutti in piazza il 9 gennaio per il futuro dell’Università e della Ricerca

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Le prime moderate dichiarazioni del neoministro dell'Università sull’ammontare delle risorse da impiegare non fanno ben sperare. Sarebbe il caso che Gaetano Manfredi ponesse le stesse condizioni di Fioramonti: investire almeno un 1 mld di euro per Università e Ricerca nella prossima finanziaria, pena le sue dimissioni. Noi ci mobiliteremo giovedì 9 gennaio 2020 per chiedere un congruo rifinanziamento e radicali riforme del mondo accademico.

Le dimissioni di Fioramonti: un'occasione per guardare alla Luna e non al dito

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Prendiamo atto della notizia delle dimissioni di Lorenzo Fioramonti dal suo incarico di ministro dell'Istruzione, avvenuto in seguito all'approvazione di una Legge di Bilancio. Pur apprezzando la coerenza del suo gesto, riteniamo che il dibattito di queste ore non colga il nodo centrale del problema. Abbiamo bisogno di un sistema formativo che sia realmente motore dello sviluppo del Paese ma ancora prima delle persone che lo attraversano: per costruirlo, sia chiaro a ogni ministro e a ogni governo, servono risorse.

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