ADI Bologna: "Sospendere il criterio di incompatibilità del Dottorato con contratti di lavoro"

Pubblichiamo di seguito la lettera inviata da ADI Bologna al Rettore dell'Università di Bologna, Prof. Ivano Dionigi in merito all'interpretazione restrittiva data dall'ateneo del criterio dell'impegno "a tempo pieno" dei dottorandi, contenuto nel DM 45/2013. Clicca qui per scaricare il PDF della lettera.

 


Al Magnifico Rettore dell’Università di Bologna Prof. Ivano Dionigi
Al Prorettore per la Ricerca dell’Università di Bologna Prof. Dario Braga
All’ARIC Settore Dottorato
 

L’ADI - Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani - esprime viva preoccupazione per alcuni aspetti degli articoli 15 e 16 contenuti nel Regolamento per l’istituzione e il funzionamento dei corsi di dottorato di ricerca (emanato con DR n. 524/2013 del 26.06.2013 Pubblicato nel BU-Supplemento Straordinario n. 86 del 01.07.2013).

Le incompatibilità tra la frequenza ai corsi di dottorato e altri contratti di lavoro e la richiesta di un impegno a “tempo pieno” per i dottorandi senza borsa previste dal nuovo regolamento di ateneo risultano in una interpretazione radicale data dall’Università di Bologna al DM 45: un’interpretazione che peraltro risulta unica nel suo estremismo fra gli Atenei italiani.

L’ADI comprende le ragioni che spingono a considerare il dottorato di ricerca un’attività a “tempo pieno”, ma ritiene che condizione imprescindibile per garantire tale impegno sia considerare il dottorando un ricercatore in formazione, prevedendo pertanto che l’attività di ricerca sia retribuita, come sancito dalla Carta europea dei ricercatori, di cui l’Alma Mater è firmataria dal 2005.

Il prolungato definanziamento della ricerca ha già avuto come conseguenza negativa una considerevole riduzione del numero di borse ministeriali messe a bando: i dottorandi senza borsa sono penalizzati oltre che dal non ricevere la borsa, dal dover pagare le tasse universitarie. L’ADI ritiene dunque che impedire ai dottorandi senza borsa di avere altri contratti lavorativi escluda definitivamente dall’accesso al dottorato di ricerca coloro che non dispongono di altre risorse finanziarie con cui mantenersi durante la durata del dottorato, sminuendo in tal modo la rilevanza di criteri meritocratici per l’accesso alla ricerca.

Di recente, la Commissione di studio per elaborare proposte operative in materia di “dottorato di ricerca”, istituita con DM 596 del 3 luglio 2013, ha prodotto una “Relazione conclusiva” attualmente allo studio del Consiglio Universitario Nazionale, in cui si esprime negativamente in merito all’estensione dell’incompatibilità ai dottorandi senza borsa. Alla voce “Diritti e doveri dei dottorandi” si riporta che “la Commissione ritiene che non possa essere richiesto, come attualmente prevede la norma, un regime di impegno esclusivo e a tempo pieno nell’attività di ricerca ai dottorandi non beneficiari di borsa di studio, in quanto tale impegno precluderebbe la possibilità di assicurarsi una fonte di sostentamento a tutti quei soggetti che non disponessero di adeguate risorse economiche personali o familiari”.

L’ADI chiede pertanto di sospendere l’applicazione di tale criterio per i dottorandi del XXIX ciclo in corso, almeno finché anche il MIUR non si sarà dichiarato in merito alla questione delle incompatibilità e del tempo pieno. Chiede inoltre di verificare la possibilità di intervenire sul Regolamento d’Ateneo sostituendo ai vincoli formali dei vincoli sostanziali: valutare i dottorandi, senza e con borsa, in base alla produzione scientifica.

 
ADI - Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani – Sede di Bologna
29 gennaio 2014