Guida per la tutela da mobbing e corruzione

Le condizioni di lavoro e formazione del sistema accademico, al pari di altri luoghi di lavoro, espongono spesso a pressioni, ricatti, condizionamenti ed episodi di corruzione che influenzano in maniera fortemente negativa il singolo individuo e i rapporti all’interno dell’intera struttura lavorativa.

Negli anni, segnalazioni da parte di colleghi in merito a casi di pressioni, intimidazioni e delegittimazione subiti sono state numerose. In particolare, i dati raccolti in occasione del Questionario ADI sul Dottorato lanciato quest’anno hanno confermato l’estensione e la profondità del fenomeno in tutta Italia. La risposta fornita dalla nostra associazione si è generalmente basata sull’uso della rappresentanza come strumento di tutela dei singoli colleghi, operando nei luoghi deputati a risolvere le conflittualità dottorando-tutor e collaborando con gli uffici universitari preposti alla tutela e alla risoluzione di queste problematiche.

Tuttavia, denunciare il mobbing, le intimidazioni e i casi di corruzione non è un procedimento semplice. Gli atteggiamenti para-mafiosi, corruttivi o di sopraffazione determinano difficoltà psicologiche e condizioni di intimidazione che portano le persone a evitare la segnalazione degli abusi. Inoltre, la scarsa informazione sugli strumenti di tutela nei luoghi di lavoro scoraggia la denuncia. Pertanto, la necessità di fornire un documento utile a orientarsi nei meccanismi di contrasto del fenomeno è diventata urgenza concreta non più rimandabile.

A cornice del fenomeno che avvilisce il rapporto di lavoro nell’Accademia resta sempre il grande vulnus del precariato, che esercita un ruolo determinante nel favorire l’impunità e il proliferare del fenomeno. Le riforme apportate dalla L. 240/2010 sulla struttura della filiera del reclutamento accademico hanno aumentato in maniera vertiginosa le forme contrattuali precarie, esponendo i ricercatori al ricatto economico e alla corruzione dei potentati in maniera più netta.

L’ADI ritiene che una seria lotta alla corruzione e al mobbing negli atenei italiani debba partire anche da un intervento di riforma del reclutamento accademico, come quello proposto nella piattaforma Ricercatori Determinati, riequilibrando i rapporti di forza e le condizioni lavorative tra le componenti dei dottorandi, dei ricercatori precari, dei tecnici e dei docenti all’interno dell’università.

L’idea di realizzare questa Guida è maturata In occasione dell’evento Quando l'Università pensa sé stessa: riflessioni su etica, cultura e legalità(Genova, 23/11/2018), promosso dai colleghi di ADI Genova, e che ha coinvolto la comunità accademica, docenti esperti sul tema e Libera - Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie.

Lo scopo di questo documento è dunque quello di illustrare gli strumenti e le procedure a cui possono far riferimento dottorandi e precari della ricerca per segnalare e denunciare abusi, alla luce della legislazione vigente in Italia. Non sono al momento contemplate indicazioni e informazioni sulle tecniche che si possono adottare per fronteggiare il fenomeno a livello psicologico e personale. È tuttavia volontà dell’Associazione affrontare anche questo tema invitando quanti volessero contribuire ad ampliare le informazioni contenute nella guida.

Affrontare il tema in termini informativi attraverso la produzione di guida rappresenta un primo concreto gesto di corresponsabilità nei confronti di tutti i dottorandi e post-doc delle università italiane e internazionali. Ci auguriamo che le informazioni riportate nel testo possano essere utili a tutta la comunità accademica per orientarsi tra gli strumenti burocratici d’intervento sui citati fenomeni.