IV Indagine ADI su Dottorato e Post-Doc

La IV Indagine annuale ADI si inserisce in uno scenario segnato da due importanti cambiamenti per il dottorato italiano: a livello normativo, il DM 45/2013 riorganizza il sistema di formazione dottorale; a livello analitico, l'ANVUR pubblica il suo rapporto sullo stato dell'Università italiana, dedicando al dottorato delle prime analisi sistematiche che interrompono (finalmente!) il lunghissimo silenzio istituzionale sul tema. La presentazione dell'indagine, tenutasi il 30 maggio 2014 presso l'Aula Magna dell'Istat, consente di evidenziare alcune delle implicazioni di questi passaggi.

Nella sezione sulla tassazione, ad esempio, si segnala come uno dei primi effetti del tanto decantato decreto, che avrebbe dovuto allineare il nostro sistema ai migliori standard europei, sia quello di introdurre la tassazione anche per i dottorandi con borsa, occasione che viene colta al volo da nove atenei. Il DM 45/2013 lascia ovviamente irrisolte le criticità relative ai dottorandi senza borsa, che continuano a essere soggetti a una tassazione che può superare i 2.000 euro annui. L'indagine propone dunque il ranking delle università italiane “più costose” per non borsisti e per borsisti.

In tema di borse di dottorato, i dati raccolti dall'ANVUR confermano il fenomeno già individuato su base campionaria dalle precedenti indagini ADI, cioè il brusco calo avvenuto immediatamente dopo il 2008. Nel corso della presentazione viene rimarcato l'impatto fortemente disomogeneo di questa contrazione, con le università del Mezzogiorno che vedono il numero delle borse bandite calare del 33% nel periodo 2008-2014.

Forti sperequazioni a livello geografico si manifestano anche nelle capacità di reclutamento dei ricercatori a tempo determinato: elaborando i dati del sito bandi.miur.it l'ADI mostra come una parte consistente dei bandi per RTDa e RTDb si concentrino in poche università, collocate prevalentemente nelle regioni del Centro-Nord. Questo processo di concentrazione accompagna il quasi totale annullamento delle prospettive di stabilizzazione per i giovani ricercatori che i dati aggregati a livello nazionale continuano a indicare.

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