Per la giustizia sociale: la ricerca contro le mafie

L’Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani - ADI aderisce alla “Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” (Locri 21 Marzo 2017) promossa da Libera - Associazioni Nomi e Numeri contro le Mafie.

 

Lo scorso 1 marzo, il Parlamento ha istituito a livello nazionale il 21 Marzo come la “Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti di Mafia”. Si tratta di un riconoscimento molto importante, ottenuto grazie al grande lavoro svolto negli ultimi vent’anni da Libera – Associazioni Nomi e Numeri contro le Mafie, tanto nel nostro Paese quanto a livello internazionale. Tale impegno non riguarda esclusivamente la testimonianza e la denuncia di ciò che appartiene al mondo della cronaca della criminalità organizzata e ai suoi fatti più tragici, ma anche la costruzione di una società fondata sulla giustizia sociale, nella quale non ci può essere spazio per le mafie e per l’atteggiamento mafioso. In questo contesto, il ruolo delle università e della ricerca è quello di fornire degli strumenti fondamentali, quali i saperi e la conoscenza, per liberarsi dal potere e dalle costrizioni che la criminalità organizzata impone alle comunità e alle istituzioni locali e nazionali.

La battaglia contro le mafie si gioca tanto nelle periferie e nei luoghi dimenticati dalle istituzioni, quanto nei luoghi di potere e di amministrazione, incluse le nostre università. Tale scontro non può essere confinato esclusivamente nel campo dell’azione giudiziaria, ma deve essere affrontato sul piano culturale, con lo scopo di costruire, nei luoghi della ricerca, un nuovo senso civico ed una responsabilità etica opposta a tutti gli atteggiamenti di tipo mafioso. Questo deve essere l’obiettivo primario per chi riconosce il ruolo sociale della ricerca: unire la comunità accademica intorno ad un impegno civico e sociale che pone la lotta alla mafia al centro dei propri valori.

Ancora oggi risuonano nel silenzio del dibattito pubblico e della politica italiana le dichiarazioni del presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone, le quali certificano l’aumento delle segnalazioni  di casi di concorsi truccati, di clientelismo e di peculato nelle università, a riprova di come una pretesa riforma "contro i baroni" sia servita in realtà a colpire i soggetti più deboli all'interno dell'università, lasciando intatte pessime dinamiche di gestione di un bene pubblico. Il definanziamento progressivo del settore della ricerca e l’assenza di un codice etico realmente applicabile contribuiscono al mantenimento di sistemi clientelari in grado di influenzare tanto le progressioni di carriera quanto gli appalti dei servizi universitari. Riteniamo fondamentale rivendicare a livello nazionale, oltre al rifinanziamento della ricerca pubblica, anche una lotta più decisa all’illegalità all’interno degli atenei, nel rispetto dei diritti di tutte le categorie accademiche, dagli studenti ai docenti.

Pertanto, come Associazione dei Dottorandi e dei Dottori di Ricerca Italiani riteniamo importante aderire alla XXII “Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” e dare il nostro contributo nella lotta quotidiana contro le mafie. In particolare, intendiamo porre l’accento su alcuni punti su cui sviluppare percorsi interni alle università a partire dal 21 Marzo:

  • Istituire sportelli di denuncia dei fenomeni di corruzione interni all’università, accessibili a tutte le componenti accademiche, che garantiscano realmente l’anonimato, secondo il modello del whistleblowing
  • Favorire momenti di formazione nelle università sulla ricerca sulla lotta alle mafie, al fine di costruire una Comunità Scientifica orientata all’Impegno Civile.
  • Incrementare master e percorsi di formazione sulla lotta alla criminalità organizzata da rendere strutturali nell’offerta formativa degli atenei.

Per tutti coloro che credono in un’università aperta e solidale, che contribuisca alla crescita della qualità della vita del proprio territorio, la necessità di identificare i luoghi della ricerca come dei presidi contro le mafie è inderogabile. Ridare diritti e prospettive a tutti i ricercatori e fermare la desertificazione strutturale del sistema universitario, che vede le regioni del Sud tra quelle più colpite, significa fare dell'università un "luogo di speranza" per la nostra e per le prossime generazioni.

"Luoghi di speranza, testimoni di bellezza" è il tema di questo 21 Marzo. L’ADI si schiera in prima linea, per rendere le università dei luoghi di speranza, degli spazi di educazione alla Legalità e alla Giustizia sociale, dove la nostra ricerca, le nostre idee, i nostri brevetti e le nostre conoscenze, siano al servizio di chi combatte le mafie e di chi recupera i beni confiscati per offrire opportunità di lavoro e di sviluppo. Non per pochi, ma per tutti!

Per questo il 21 Marzo vogliamo essere testimoni di bellezza e fare nostre le parole di Mauro Rostagno, “Non vogliamo trovare posto nella società, ma creare una società in cui valga la pena di trovare posto”.

Fare della Ricerca uno strumento contro le mafie, per la Giustizia Sociale.

Tags: