Dottorato e Borse INPS/ex INPDAP: una vittoria agrodolce, ma l’ADI continua la battaglia

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Borse INPS Dottorandi | Qualche giorno fa, con la pubblicazione delle graduatorie, si è conclusa la strana vicenda delle borse INPS/ex INPDAP per i dottorandi iscritti a corsi di dottorato nell'a.a. 2015-2016 e nell'a.a. 2016-2017. Due anni fa circa, grazie alle segnalazioni dei colleghi, l’ADI aveva scoperto che, senza alcun motivo, la categoria dei dottorandi era stata depennata dal bando 2015-2016 per i frequentanti corsi di formazione post-lauream (oltre il dottorato, master e specializzazioni), e così chiese immediatamente all’INPS la sua reintroduzione tra i beneficiari.

Dopo un lungo tira e molla durato ben 9 mesi, l’INPS diede comunicazione che i dottorandi sarebbero stati reinseriti. Il nuovo bando, pubblicato a gennaio 2019, ha effettivamente previsto lo stanziamento di 320 borse per i dottorandi iscritti nell’a.a. 2015-2016 e altre 320 per gli iscritti nell’a.a. 2016-2017. Tuttavia, una nuova sorpresa era pronta per i numerosi dottorandi borsisti interessati: la borsa di dottorato, diversamente da quanto accaduto con il bando precedente (per l'a.a. 2014-2015), veniva ora considerata incompatibile con l’erogazione della borsa INPS/ex INPDAP.

Alla nostra richiesta di abolire l’incompatibilità, l’INPS ha risposto:

“Le prestazioni erogate dall'INPS agli iscritti al Fondo Credito dei lavoratori Dipendenti Pubblici e alla Gestione Ex Enam, offrono una sistema di tutela complementare rispetto a quella generale garantita dal sistema pubblico nazionale. Quindi, in tutti i Bandi è previsto che, se un beneficio similare è garantito da un altro Ente, questo non viene erogato dall'INPS. Anche nel Bando Borse di studio Universitarie (comprese le borse di dottorato) tra i requisiti è previsto (art. 3, comma 1): "non aver già fruito, per l'anno accademico .... di altre provvidenze analoghe erogate dall'Istituto, dallo Stato, dagli Enti regionali per il diritto allo studio universitario o da altre Istituzioni pubbliche o private di valore superiore al 50 % dell'importo della borsa di studio messa a concorso”.

Sebbene, in realtà, la borsa di dottorato non sia precisamente una “provvidenza analoga” e somigli per certi aspetti più a uno stipendio che a una borsa per il sostegno allo studio (i dottorandi con borsa pagano i contributi sulle mensilità percepite, le borse sono assegnate senza tenere conto del reddito del richiedente etc.), l’INPS è stata irremovibile. La gravità di questa esclusione è evidenziata dall’ultimo atto di questa strana storia: su 320 borse per anno, 640 in totale, hanno fatto domanda solo 120 persone circa (54 per l’a.a. 2015-2016, 57 per l’a.a.  2016-2017), con un risparmio per l’INPS di ben 529 borse, pari a 1.587.000 euro. Siamo orgogliosi di avere garantito ai colleghi vincitori l’accesso al bando, prima negato, ma la mancata assegnazione della stragrande maggioranza delle borse ci lascia molto contrariati: ci sarebbe stato un margine veramente ampio per supportare i dottorandi borsisti con i redditi più bassi, anche accogliendo la nostra richiesta di dare precedenza ai “senza borsa”, che spesso svolgono un dottorato senza adeguato supporto economico.

Esortiamo quindi con forza l’INPS a reintrodurre i dottorandi con borsa tra i beneficiari del bando in preparazione per l’anno prossimo: assegnando un punteggio in base all’ISEE, l’Ente darebbe un supporto significativo ai dottorandi meno abbienti e più deboli, sia borsisti che non.

Non si tratta purtroppo di un caso isolato, ma anzi, la vicenda si inserisce in una lunga lista di beffe ai danni dei dottorandi. Infatti, ancora una volta, centinaia di colleghi sono stati danneggiati dal fatto che il dottorato non è propriamente lavoro, e non è nemmeno propriamente studio: è lavoro quando si tratta di escludere i dottorandi dal bando per le borse per i corsi post-lauream, è studio quando si tratta di escludere i dottorandi con borsa dalla fruizione di un sostegno economico. È per risolvere contraddizioni come questa che l’ADI chiede una riforma dello status giuridico del dottorato: i dottorandi, finalmente, avrebbero non solo doveri, ma anche diritti certi. 

 

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