Dottorato

Le proposte sul Dottorato contenute nel piano Colao destano particolare preoccupazione dal momento che sembrano l’espressione di una visione che non ha consapevolezza dei reali bisogni del dottorato in Italia. Una visione che ignora il gravissimo decremento dei posti messi a bando annualmente nell’ultimo decennio: a partire dall’entrata in vigore della Legge Gelmini, infatti, le opportunità per accedere a un dottorato di ricerca si sono quasi dimezzate (parliamo di un - 43,4% nel 2018, dato tratto dall’ultima indagine annuale ADI), per un decremento su base annua del - 3,5%). Un decremento che nel 2015 ci ha portati a essere il penultimo Paese in Europa per numero di dottorandi per 1000 abitanti (cfr. VII indagine ADI). Permane, peraltro, la tassazione sul dottorato per i borsisti, con contributi annui che in alcuni atenei arrivano a superare i duemila euro, nonché l’inacettabile esistenza del dottorato senza borsa, e la caratterizzazione giuridica del dottorando come studente, anziché ricercatore in formazione, come vorrebbe la Carta europea dei ricercatori. Per tutti questi motivi, troviamo profondamente inadeguate le proposte di questo piano, lontanissime dalle reali esigenze di riforma del dottorato in Italia, che come ADI abbiamo indicato e ampiamente illustrato nella nostra proposta di riforma, sostenendo in primis la necessità di un suo complessivo rifinanziamento.