Il Cattivo al MIUR

Il Cattivo al MIUR

Pare avviarsi a conclusione uno dei più lunghi “duelli” che la politica italiana ha saputo regalarci negli ultimi anni. Dopo un tira e molla durato tre mesi, che ha di fatto paralizzato il funzionamento del Dipartimento Università e Ricerca del MIUR, apprendiamo infatti dalla stampa che il nome del prof. Giuseppe Valditara sarà presentato dal Ministro Bussetti come Capo Dipartimento del MIUR al prossimo Consiglio dei Ministri.

Era difficile immaginare un esito peggiore.

Esponente e ideologo di punta della Lega, il Prof. Valditara è noto a chi vive e fa vivere l’Università italiana soprattutto per essere stato, tra il 2009 e il 2010, fautore e relatore della Riforma Gelmini. Una legge che ha avviato lo smantellamento del ruolo sociale dell’Università nel sistema Paese, sancendo l’ingabbiamento della libertà di ricerca e l’istituzionalizzazione del precariato, con la moltiplicazione di contratti a tempo determinato e il blocco dei canali di reclutamento, lo svuotamento degli spazi di democrazia interni agli atenei, la mortificazione del diritto allo studio. La Legge Gelmini ha in pratica tradotto sul piano normativo i tagli da oltre un miliardo di euro per l’Università e la Ricerca voluti dal governo Berlusconi (e dunque anche dalla Lega Nord, con cui governava) nel 2008.

Preoccupa e delude, quindi, che il governo “del cambiamento” metta il dipartimento Università e Ricerca nelle mani di chi rappresenta al massimo livello la più completa continuità con la Riforma Gelmini e con tutti gli interessi che essa rappresenta. Il sottosegretario e neo-viceministro Fioramonti del Movimento 5 Stelle pare essersi trovato con la pistola scarica: il “cambiamento” e l’inversione di rotta sulle politiche per l’università e la ricerca, che venivano incontro a quanto chiesto per anni da studenti, dottorandi, ricercatori e docenti, cedono dunque il passo alla volontà conservatrice della Lega, in un classico gioco di poltrone che suona tanto di vecchia politica.

Se questo governo intende tradire le aspettative di migliaia di studenti, dottorandi, ricercatori e docenti, operando in piena continuità con le politiche alla base della Riforma Gelmini, allora saremo pronti a mobilitarci, dentro e fuori i nostri atenei, contro chi vuole fare dell'Università e della ricerca un privilegio per pochi, e non un diritto di tutti i cittadini.

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