Dl Cura Italia e precari della ricerca: misure, mancanze e criticità

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In attesa dell’emanazione del decreto Cura Italia di aprile, in questo comunicato l’ADI riepiloga le principali misure previste per i precari della ricerca nel Dl Cura Italia emanato il mese scorso ed esprime le proprie riflessioni critiche in merito. 

 

Il mese scorso è stato pubblicato il Decreto “Cura Italia”, contenente una serie di interventi per potenziare il Servizio Sanitario Nazionale e sostenere economicamente gli individui e le imprese colpite dall’emergenza epidemiologica da COVID-19. Al suo interno, vi sono alcune misure applicabili anche ai dottorandi e ai precari della ricerca che lavorano nelle università. 

 

DIS-COLL 

In considerazione dei possibili ritardi nello svolgimento dei lavori di ricerca, sia nel caso di dottorandi/e al termine del proprio percorso dottorale, sia nel caso di ricercatori/trici precari/e, l’art. 33 introduce un ampliamento di 60 giorni dei termini per la presentazione della domanda per la DIS-COLL per i rapporti conclusi tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2020: la domanda, dunque, deve essere presentata entro 128 giorni dalla data di conclusione del dottorato, dell’assegno o più in generale del rapporto di lavoro. Per i dettagli relativi alla procedura da seguire, che rimane invariata, rimandiamo alla nostra Guida alla DIS-COLL per dottorandi, borsisti e assegnisti. 

 

Congedi parentali

In base all’articolo 23, comma 3, i genitori che lavorano e risultano iscritti alla  Gestione separata hanno diritto a un periodo di congedo parentale straordinario per un periodo continuativo o frazionato non superiore a 15 giorni. Tale periodo può decorrere a partire dal 5 marzo, data di chiusura delle scuole e dei servizi educativi in Italia, rendendo dunque la misura retroattiva. La possibilità di richiedere tale congedo è prevista nei casi in cui i/le figli/e abbiano fino a 12 anni di età. Nei casi di figli/e con disabilità, non vi sono, invece, limiti di età. 

La misura può essere richiesta a patto che  nel nucleo familiare non vi sia altro/a genitore/trice beneficiario/a di strumenti di sostegno al reddito, in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa, o altro genitore disoccupato o che non lavori. Per i genitori che stanno usufruendo attualmente di un congedo parentale o di maternità, non sarà necessario presentare alcuna domanda aggiuntiva: il congedo attuale sarà automaticamente trasformato in congedo parentale straordinario. Analogamente al congedo parentale ordinario e al congedo di maternità, il periodo di sospensione corrisponderà a un prolungamento della durata del rapporto di lavoro. Per usufruire del congedo parentale straordinario e dell’indennità di 600 euro, sarà necessario inoltrare un’apposita domanda tramite il portale INPS. Inizialmente previsto fino al termine del 13 aprile, con un recente messaggio INPS datato 16 aprile, la possibilità di richiedere il congedo è prorogata fino al 3 maggio, ossia fino alla data prevista per la chiusura delle scuole. Per ulteriori informazioni su congedo di maternità e congedo parentale, rimandiamo alla Guida ADI alla maternità

 

I concorsi 

Il decreto prevede anche una sospensione di 60 giorni dei concorsi pubblici, ad esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati è effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica (art. 87, comma 5) . La maggior parte dei concorsi per assegni di ricerca e altre posizioni post-doc consiste nella valutazione dei titoli e (eventualmente) in un colloquio orale. Visto che il colloquio orale può essere effettuato da remoto tramite il ricorso a modalità telematiche, senza pregiudizi per la legittimità della prova e della valutazione, si suggerisce di sottolineare ai competenti uffici che le prove previste possono comunque essere svolte, così da portare ordinariamente a conclusione le procedure concorsuali.  

 

Indennità 600 euro 

Per i titolari di contratti di collaborazione coordinata e continuativa iscritti alla Gestione separata, l’art. 27 prevede un’indennità INPS mensile di 600 euro che, in base ad indiscrezioni che apprendiamo dalla stampa, dovrebbe essere rivisto, riformulato e probabilmente aumentato a 800 euro con un prossimo provvedimento. Con riferimento agli assegnisti di ricerca che ne avessero necessità, riscontriamo la possibilità di fare domanda tramite il sito dell’INPS per coloro che sono iscritti alla gestione separata e a nessun’altra cassa previdenziale, in quanto risultano assimilabili , nei fatti, a co.co.co. Tuttavia ci preme segnalare come il testo di legge sia poco chiaro e dia adito a diverse e contraddittorie interpretazioni: invitiamo quindi ciascuno a valutare autonomamente se e quando sia opportuno presentare domanda pur continuando a percepire il proprio stipendio senza riduzioni.

 

Riflessioni a margine

L’ADI considera le misure economiche previste per i lavoratori e le lavoratrici della ricerca in queste settimane di lockdown evidentemente utili ma, allo stesso tempo, estremamente indicative dell’inadeguatezza degli attuali inquadramenti contrattuali di tutti i precari e le precarie della ricerca. La nostra associazione si batte per una riforma complessiva del sistema della ricerca che, come dimostra anche questa drammatica crisi sanitaria, rappresenta allo stesso tempo uno strumento prezioso per affrontare le sfide più grandi con cui si interfaccia l’umanità, ma anche uno dei settori più colpiti a causa proprio della sua insostenibile natura ibrida e precaria. Per queste ragioni, all’indomani dell’esplosione dell’emergenza COVID-19, abbiamo chiesto la possibilità - per chi dovesse farne esplicita richiesta - di una proroga retribuita per dottorandi e assegnisti che ne hanno bisogno, l'estensione dei tempi per usufruire della indennità DIS-COLL a dottorandi e assegnisti, la rimodulazione dei periodi di ricerca all’estero e la predisposizione di strumenti di accesso da remoto alle risorse bibliografiche. Riteniamo però che la soluzione definitiva per tutelare davvero chi lavora nella ricerca, e un bene prezioso come la ricerca stessa, resti sempre la riforma per cui ci battiamo da anni: trasformazione del dottorato in un contratto di formazione-lavoro, il conseguente superamento del dottorato senza borsa ed il superamento del precariato nel post-doc all’università e in tutta la ricerca pubblica insieme a un cospicuo rifinanziamento di tutto il comparto scolastico e universitario, necessario ora come non mai per erogare un servizio che si dimostri all’altezza delle difficoltà del momento. 

In un contesto di estrema fragilità economica come quello che stiamo affrontando, le condizioni di precarietà si stanno acuendo drammaticamente: vi sono persone che stanno percependo le ultime mensilità dell’assegno di disoccupazione, altre che hanno dovuto sospendere la propria attività per motivi di salute, altre ancora che stanno già pagando le conseguenze del rallentamento delle procedure per bandire nuove borse e assegni di ricerca e in tante, chi è iscritto a un dottorato senza percepire nessuna borsa di studio e tanti in questa situazione di emergenza si trovano sprovvisti di un mezzo di sostentamento per le ragioni più disparate. Di fronte all’intermittenza di reddito che colpisce duramente il precariato della ricerca pensiamo sia urgente estendere gli ammortizzatori sociali per sostenere le condizioni materiali di chi ne necessita. D’altra parte, di fronte a una crisi che si annuncia senza precedenti, riteniamo che, oggi più che mai, sia importante che l’azione del governo vada nella direzione dell’universalità dell’accesso alle misure di tutela e sostegno economico. Pensiamo sia necessario superare tutte le frammentazioni - utili solo ad alimentare una spiacevole guerra tra poveri - generate da un inquadramento normativo fumoso quanto escludente verso alcune delle categorie che più necessitano di essere tutelate. Per questo sosteniamo con convinzione una proposta di reddito di base universale per consentire a tutte le persone - nessuna esclusa - di far fronte con maggiore serenità alla situazione inedita che stiamo attraversando.