PhD? Not fit for FIT! - Il MIUR e l'accesso all'insegnamento per i dottori di ricerca

Il 5 Giugno una delegazione ADI ha incontrato al MIUR i dirigenti del dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione e della segreteria particolare della ministra Fedeli. Nel corso dell'incontro, ADI ha presentato una serie di proposte per la valorizzazione del dottorato di ricerca all’interno del percorso FIT per l'accesso all'insegnamento e il documento unitario prodotto da ADI, ADAM, LINK-Coordinamento universitario e FLC-CGIL.

ADI ha chiesto al Ministero di garantire una piena valorizzazione del dottorato di ricerca sia in fase di accesso che di svolgimento del percorso di formazione iniziale e tirocinio, come indicato all’art.3, comma 7, D.Lgs 59/2017. In sede di concorso per l’accesso al FIT, la valorizzazione del titolo deve realizzarsi nella definizione di un consistente punteggio aggiuntivo da attribuire al dottorato di ricerca, nell’esonero dalla prima prova scritta (previa definizione delle corrispondenze fra settori di dottorato e settori concorsuali), eliminare il requisito di accesso relativo ai 24 CFU negli ambiti antropo-psico-pedagogici e di metodologia della didattica e offrire la possibilità di conseguirli del tutto gratuitamente e in itinere, durante il primo anno di FIT. Allo stesso tempo, abbiamo sostenuto la necessità di prevedere per i dottori di ricerca un percorso di FIT semplificato in termini di CFU da conseguire al primo e secondo anno, esonero dai tirocini indiretti e dalle supplenze brevi, anche attraverso il pieno riconoscimento delle esperienze di didattica svolte in università e dell’attività lavorativa prestata nelle scuole, anche se inferiore ai 36 mesi.

Su gran parte delle nostre richieste, il MIUR si è trincerato dietro la lettera del decreto legislativo, rigettando un’interpretazione ampia del riferimento alla “valorizzazione del dottorato di ricerca” e rinviando le nostre istanze a un futuro intervento normativo ad hoc sul decreto stesso. In particolare sulla richiesta di esonero dalla prima prova scritta, dell’inclusione dei 24 CFU nel primo anno di FIT e sul principio stesso di un percorso semplificato per i dottori di ricerca nel primo e secondo anno di FIT, abbiamo dovuto registrare con rammarico forti resistenze dai dirigenti del ministero, resistenze contro cui ci eravamo già scontrati mesi fa nel confronto con i parlamentari delle Commissioni cultura di Camera e Senato.

Risposte positive sono arrivate invece su altre richieste. Il MIUR si è detto favorevole all’attribuzione di un punteggio significativo al dottorato di ricerca nel concorso per l’accesso al FIT: ADI propone che il dottorato costituisca almeno il 60% del totale di punti da attribuire ai titoli valutabili. Gli esponenti del Ministero si sono detti disponibili al confronto sulla gratuità per il conseguimento dei 24 CFU, coingolgendo anche il dipartimento università. Nel corso della discussione, è emersa inoltre la possibilità di valutare la didattica svolta nelle università in termini di riduzione dei 24 CFU richiesti per l’accesso al FIT: un’opzione su cui ADI si metterà al lavoro, per quanto al di sotto delle aspettative iniziali. Stesse aperture abbiamo registrato sul versante dell’armonizzazione degli ambiti disciplinari del dottorato con le classi di concorso per la scuola: un passo in avanti non da poco per il pieno riconoscimento del percorso formativo dei dottori di ricerca nell’accesso all’insegnamento. Il MIUR ha inoltre fornito rassicurazioni sulla possibilità di chiedere il congelamento del FIT o del dottorato/assegno/contratto di ricerca in caso di sovrapposizione dei percorsi. I termini esatti del congelamento dovranno essere definiti in sede di contrattazione.

Sebbene alcune aperture al confronto da parte del MIUR sembrino offrire la possibilità di allargare una breccia per una maggiore valorizzazione del dottorato nel FIT, dobbiamo purtroppo registrare l’ennesima chiusura del MIUR a un pieno e adeguato riconoscimento delle competenze maturate dai dottori di ricerca nella formazione e nell'insegnamento. Ma la nostra battaglia non si ferma di certo qui: siamo pronti a mobilitarci, insieme alle organizzazioni con cui abbiamo sottoscritto la piattaforma unitaria, per cambiare radicalmente il percorso FIT, e assicurare che in esso siano adeguatamente valorizzate le competenze di coloro che hanno l'insegnamento tra i propri obiettivi.