Testo Unico Università: interrogazione parlamentare dopo la campagna ADI

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Testo Unico Università | Interrogazione parlamentare | Grazie anche alle nostre denunce su Il Sole 24 Ore - Scuola24 e alla nostra campagna #OpenTestoUnico, alcuni senatori del Parlamento italiano hanno depositato lo scorso 26 febbraio un’interrogazione parlamentare in cui chiedono al Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti di fare finalmente chiarezza sul Testo Unico Università e sulla Commissione incaricata di stilarlo.

Come abbiamo spiegato in modo approfondito nel nostro comunicato del 19 gennaio, infatti, il Ministro dell’Istruzione ha nominato - con criteri ad oggi sconosciuti - una Commissione di soli rettori, professori ordinari, direttori generali, dirigenti del Ministero e tecnici esterni incaricati di stilare un Testo Unico sull’Università e la Ricerca. Fonti del Ministero dichiarano che la Commissione avrebbe il solo scopo di raccogliere tutte le norme riguardanti l’universita’. Ad oggi, però, nè il Ministro né il MIUR hanno dato notizia dell’iniziativa, il decreto di nomina (DM 760/2018) non risulta disponibile sul sito e nessuno degli organi istituzionali come il CUN e il CNSU ne è stato ufficialmente informato.

Le medesime constatazioni aprono l’interrogazione parlamentare degli on. Verducci, Iori, Malpezzi, Rampi, D'Arienzo, Giacobbe e Messina che, infatti, chiedono che il Ministro chiarisca definitivamente l'esistenza del citato decreto e quali sono i criteri adottati per la nomina dei componenti della Commissione. I parlamentari, inoltre, fanno notare che - dato che l’istruzione è materia di rilevanza costituzionale - l’attività di codificazione spetta principalmente al Parlamento e quindi che l’istituzione della Commissione rischia anche di pregiudicarne le prerogative.

L’ADI esprime soddisfazione per l’interesse mostrato dai parlamentari dopo le proprie denunce e ribadisce la propria posizione fortemente contraria a qualunque processo di riforma dell’Università portato avanti da commissioni tecniche - o apparentemente tali - che ignorano i normali spazi di confronto democratico della comunità accademica. Per noi è necessario portare la discussione negli unici luoghi legittimati a rappresentare il mondo dell’università: il CUN e il CNSU. Siamo disponibili al confronto per avviare un processo di riforma democratico e di cambiamento reale del sistema universitario.

 

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