Fix the PhD: il nuovo decreto per l'accreditamento dei corsi di dottorato alla firma del ministro

Fix the PhD: il nuovo decreto per l'accreditamento dei corsi di dottorato alla firma del ministro

Il 5 dicembre 2017, in occasione della presentazione della VII Indagine Annuale ADI su Dottorato e Post-Doc, il capo Dipartimento per la Formazione Superiore e la Ricerca del MIUR Marco Mancini ha annunciato pubblicamente una revisione complessiva della normativa che disciplina l’accreditamento dei corsi di dottorato, regolata dal DM 45/2013.

La dichiarazione di Mancini giunge a seguito di lunghe e numerose pressioni da parte dell’ADI, che si è impegnata fin da subito per la revisione del decreto. Già nel maggio 2013, infatti, avevamo segnalato le principali criticità del testo, e negli anni seguenti ci siamo battuti perché nel decreto fosse reintrodotta l’esenzione esplicita dalle tasse per i dottorandi borsisti, già prevista nel precedente DM 224/1999, così come la possibilità di ottenere una proroga non superiore ad 1 anno per la consegna della tesi, in caso di comprovata necessità.

Dal dicembre 2016 ADI ha avviato una interlocuzione più stretta con il MIUR e l’ANVUR, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di formazione e di lavoro per tutti i dottorandi e garantire per loro maggiori diritti in tutti i diversi aspetti di pertinenza del regolamento ministeriale. Le proposte formulate ai dirigenti di MIUR e ANVUR sono entrate poi a far parte delle campagne “La Borsa e la Vita” e “Fix the PhD”.

Le proposte di ADI, sottoposte di nuovo al MIUR a novembre 2017, sono state in seguito indirizzate alla Ministra Valeria Fedeli, in una lettera in cui chiedevamo un ultimo generoso atto di disponibilità a discutere alcuni punti che consideriamo fondamentali. La lettera è purtroppo rimasta senza riscontro e da qualche tempo, a quanto ci risulta, il nuovo decreto è pronto per la firma del ministro.

ADI ha avuto la possibilità di visionare il testo del nuovo decreto, che contiene numerose novità. Di seguito esponiamo le più rilevanti:

  • L’inserimento di un riferimento agli elevati profili professionali delle pubbliche amministrazioni quali sbocchi professionali per il dottorato di ricerca. Si tratta di un’apertura significativa sul versante della valorizzazione del dottorato, a lungo invocata da ADI. Su questo tema l’associazione si sta già confrontando con il ministero competente, al quale sono già state indirizzate proposte molto dettagliate sulla valorizzazione del dottorato nella PA.
  • La chiara definizione degli obiettivi formativi del dottorato di ricerca, assieme ad un elenco di attività formative per il perfezionamento linguistico ed informatico, per la gestione della ricerca, per la conoscenza dei sistemi di ricerca europei ed internazionali e la valorizzazione della ricerca.

  • Migliore definizione ed integrazione del percorso di raccordo tra specializzazione medica e dottorato, con obbligo per lo specializzando che opta per la frequenza congiunta di assicurare che il suo impegno sul dottorato sia compatibile con quello nella specializzazione.

  • Reintroduzione della proroga annuale sulla consegna della tesi, su richiesta del dottorando. La proroga può essere disposta anche dal collegio docenti, ma solo per comprovate esigenze di carattere scientifico.

  • Introduzione di tempistiche certe per la valutazione dell’elaborato finale da parte dei revisori esterni. I revisori avranno a disposizione 30 giorni per produrre un giudizio analitico scritto sulla tesi.

  • Assicurazione del budget aggiuntivo del 10% anche ai dottorandi non borsisti, come già previsto dalle linee guida per l’accreditamento su proposta di ANVUR.

  • Istituzione dell’anagrafe nazionale dei dottorandi e dei dottori di ricerca. Si tratta di uno strumento fondamentale, a lungo invocato da ADI, di cui il MIUR ha finalmente deciso di dotarsi.

Il testo recepirebbe dunque molte delle richieste di ADI; rimarrebbero tuttavia irrisolti i nodi della tassazione per i dottorandi borsisti e del fondo per i soggiorni di ricerca all’estero destinato ai dottorandi non borsisti. Oltre a questo, sembra davvero incredibile che il MIUR abbia trascurato di introdurre nel decreto la prassi ormai consolidata circa la compatibilità del dottorato con attività lavorative (da valutarsi caso per caso da parte del collegio dei docenti, così come stabilito dalle Linee Guida per l’accreditamento dei corsi di dottorato). Su questi temi non intendiamo fare un passo indietro: in vista della prossima legge di bilancio, porteremo nuovamente al tavolo le nostre proposte, per mettere fine ad ogni disparità tra dottorandi e a quella che abbiamo chiamato “tassa sul talento”.

Nel ringraziare la Ministra Fedeli per l’impegno e l’attenzione con il quale ha trattato il tema del dottorato nel corso della sua permanenza a Viale Trastevere, ADI chiede che il nuovo decreto venga firmato e pubblicato quanto prima, in maniera tale che i corsi di dottorato possano beneficiare delle novità positive introdotte già dal prossimo anno.